Quanto fegato!
È la più grande tra le ghiandole dell’organismo, è in grado di creare e distruggere, sa rigenerarsi e presiede ad importanti funzioni metaboliche.
Come un vero laboratorio chimico è in grado di produrre sostanze indispensabili al nostro organismo: pensiamo al colesterolo, che nelle giuste quantità è essenziale per la corretta funzionalità delle cellule o alla produzione di fibrinogeno e trombina, alla gluconeogenesi; inoltre funge da deposito in caso di mancanza di alcune sostanze fondamentali tra cui Ferro o Vitamina B12.
È in grado, oltre che creare, anche distruggere le sostanze che non servono più e nel caso sostituirle con altre, è un potente filtro per le sostanze tossiche con cui veniamo a contatto come gli alimenti, l’ambiente o i farmaci.
Quando, per varie ragioni, il suo funzionamento viene alterato si innescano dei processi a danno del fegato e di conseguenza dell’intero organismo.
La salute, la bellezza, l’invecchiamento sono tutti strettamente correlati al fegato; tra i primissimi sintomi di un cattivo funzionamento possiamo citare la classica sensazione di amaro in bocca, il colorito spento, la difficoltà di digestione e, spesso solo in questi casi ci fermiamo e cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
In questo focus parliamo di una problematica molto diffusa e comunemente definita “fegato grasso”, legata al sovraccarico funzionale nella sintesi di “sostanze grasse” appunto, che si accumulano negli epatociti, i quali si infiammano e possono rompersi fino ad arrivare alla necrosi. Quando ciò accade, si parla di Steatosi Epatica, condizione che porta all’aumento delle dimensioni della ghiandola.
Le cause della Steatosi epatica possono essere di ordine genetico, dismetabolico, legate a condizioni alimentari, tossicodipendenza, abuso di alcool, e così via. Il quadro clinico può essere spesso asintomatico o caratterizzato da lieve sensazione di fastidio nella zona, così da essere sottovalutato, con il risultato di arrivare a diagnosi solo in fase avanzata, con la conseguenza di disturbi ancor più gravi.
Il percorso terapeutico ha come obiettivo quello di arrestare il processo steatosico e prevenire l’evoluzione in steatoepatite o in eventuale cirrosi. Le abitudini alimentari, lo stile di vita, l’ambiente sono fondamentali per mantenere il fegato in buone condizioni, inoltre molto utile è l’integrazione di sostanze coinvolte nei naturali processi biochimici, quali:
- Fosfatidilcolina, precursore di agenti protettori della funzionalità epatica (acetilcolina, betaina, fosfolipidi, sfingomielina) e presente abbondantemente sul foglietto esterno della membrana cellulare.
- N- acetilcisteina, in grado di rigenerare il glutatione e di conseguenza altri sistemi ossidoriduttivi endogeni, ha proprietà epatoprotettiva, antiossidante, mucolitica.
Il loro effetto, viene completato dall’associazione di sostanze antiossidanti attiva a livello della produzione di radicali liberi e dei meccanismi di ossidoriduzione:
- Vitamina E, una vitamina dalle svariate funzioni, efficace nelle malattie cardiovascolari e nella prevenzione dell’aterosclerosi in quanto favorisce la riduzione del tasso di colesterolo ed evita depositi di grasso lungo le pareti dei vasi.
- Glutatione, coinvolto nei processi di detossificazione, stabilizza la funzione ossidoriduttiva a livello epatico con azione epatoprotettrice.
- Coenzima Q10, rigenera la Vitamina E, a livello del colesterolo LDL e delle membrane cellulari e mitocondriali impedisce la propagazione della perossidazione lipidica che avviene naturalmente nell’uomo con l’avanzare dell’età.
- NADH, coenzima ossidoriduttivo, coinvolto in numerosi processi biochimici, inclusa la fosforilazione ossidativa finalizzata alla produzione di ATP.
Per una corretta funzionalità, è fondamentale supportare il fegato con preparati formulati con componenti che, partecipando normalmente ai numerosi processi biochimici epatici, contribuiscono a mantenere l’armonia in tutto l’organismo.